Oggi riprendono le lezioni. Riprendono con più del 90% dei docenti in cattedra, purtroppo non ancora tutti di ruolo, ma anche questo rappresenta un obiettivo nazionale cui lentamente ci approssimiamo. Ma quel che più conta è che oggi, 15 settembre, le lezioni iniziano con la serenità della speranza di esserci lasciati alle spalle la DaD, fondamentale durante il primo lockdown per mantenere gli studenti vicini alla scuola, ma deleteria per gli effetti socio affettivi che l'abuso fattone ha determinato sulle giovani generazioni, e non solo. È mio auspicio che la didattica digitale, inserita nei nuovi contesti di apprendimento previsti nel PNRR, diventi sempre più strumento al servizio della didattica in presenza e che la DAD rimanga un oscuro ricordo che nessuno rispolveri più, qualunque ne possa essere il pretesto. 

Sarà un inizio delle lezioni senza l'obbligo delle mascherine, senza la rarefazione fra i banchi. Sarà un primo giorno dove ci si ritroverà come una volta, anche se, forse, un po' più attenti alle semplici regole dell'igiene comune, e mi auguro, quindi, un po' più consapevoli delle regole di reciproca convivenza.

Sono convinto che tutti, ragazzi ed adulti, abbiamo in questo momento bisogno di un segnale, di ritornare a guardarsi negli occhi in un'aula, a sorridersi ed a ridere nel cortile. Credo che tutti, a scuola e non solo, sentiamo la necessità di riprendere le fila di una normalità che la gestione della pandemia ed ora gli effetti della guerra, ci fanno sembrare ancora lontana.

Buon lavoro ai docenti, di cui invoco la pazienza e richiamo lo spirito di servizio con cui mettono a disposizione la loro competenza che ne fa attori essenziali del processo formativo, e non semplici tasselli di una macchina organizzativa cui troppo spesso vengono equiparati.

Buon lavoro al personale che con abnegazione concorre a fare si che le nostre scuole migliorino e progrediscano, gestendo persone, spazi e luoghi affinché le relazioni fra tutti siano efficaci, l'organizzazione non sia inutilmente bizantina, gli spazi siano funzionali e dignitosi per i nostri giovani.

Buona scuola ai bambini, sempre meno purtroppo, che si affacciano alla scuola dell'infanzia e alla primaria, ai ragazzi delle medie ed ai giovani che dalla scuola superiore attendono un viatico per la costruzione del proprio progetto di vita che potranno realizzare solo se, responsabilmente, comprenderanno che ciò che viene loro offerto deve essere, sempre da loro, caparbiamente perseguito. E infine grazie alle famiglie, perché comprendano che la scuola, l'istruzione, rappresenta il bene più grande per la famiglia stessa. Perché sappiano che investire nella scuola significa investire nel futuro dei figli, garantendo loro quegli strumenti, oggi sempre più complessi e selettivi, che soli rendono in questo momento possibile ai giovani stessi, di intraprendere una via professionale che possa soddisfarli.

Buon primo giorno a tutti noi.

Il dirigente

Roberto Curtolo